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venerdì, maggio 31

L’ultima messa nella “cattedrale” Bilbao dà l’addio al suo stadio

Adios viejo San Mamés. Giovani e anziani di Bilbao, che passano accanto allo stadio, sussurrano da giorni parole di commiato: il 28 maggio scorso ha ospitato l’ultima partita europea della sua leggendaria storia. Poi verrà demolito in estate, inghiottendo con sé cent’anni di imprese di uno dei club spagnoli più gloriosi: è l’unico, insieme a Barça e Real, che ha partecipato a tutte le edizioni della Liga senza mai retrocedere. La nuova casa dell’Athletic è solo qualche centinaio di metri più in là, dove già svetta lo scheletro del “San Mamés Barrià” (nuovo San Mamés in basco) circondato da decine di gru. Il nuovo impianto, ispirato all’“Allianz Arena” di Monaco, sarà inaugurato nella stagione 2013/2014 e avrà 10 mila posti in più rispetto all’attuale capienza. Il San Mamés, secondo stadio più vecchio della Spagna (dopo El Molinón di Gijon), viene inaugurato nel 1913 e il primo gol porta la firma di Pichichi, cui è intitolato il trofeo di capocannoniere della Liga. La “Catedral”, come è soprannominato, ha un curriculum continentale che pochi possono vantare. Solo sei avversari sono riusciti a profanarla: per il resto 15 pareggi e 56 trionfi. Uno di questi, però, è quello che ha avuto il sapore più amaro: una ferita ancora aperta nella storia dell’Athletic. Nel 1977 ospitò la gara di ritorno della finale di Coppa Uefa contro la Juve. Il successo per 2-1 non bastò (all’andata finì 1-0 a Torino) e consegnò a Scirea & C. il primo trofeo internazionale bianconero. Lo stadio è da sempre lo scrigno dell’orgoglio basco. Nel club militano soltanto calciatori dei Paesi Baschi (spagnoli o francesi) e della Navarra. «Preferiamo chiamare la squadra Athletic e non Bilbao: evoca tutto il popolo basco e non solo una città», spiegano con fierezza i ragazzi che guidano i tour nella pancia dello stadio. L’ultima messa europea nella cattedrale non sarà di quelle notti gloriose, in cui i vecchi gradoni tremano sotto il peso dei tifosi che si sgolano per i propri idoli. E non solo per la modestia dell’avversario, lo Sparta Praga. La squadra di Bielsa attraversa una difficile crisi. Non è riuscita a bissare il “miracolo” della scorsa stagione (finale di Europa League e di Coppa del Re): è già eliminata in Europa e in campionato stagna nelle ultime posizioni. Carlos Ruiz Herrero, ultimo Pichichi del club, ripensa a quei match leggendari e non riesce a frenare la nostalgia: «Tutti i giocatori, noi e i rivali, sanno che giocare al San Mamés in Europa ha un sapore speciale. E’ incredibile pensare che non si giocheranno più partite di questo tipo nella cattedrale».

 

mercoledì, maggio 29

Il club più antico del mondo: la storia dello Sheffield FC

Il calcio è lo sport più popolare del mondo. I continenti dove vige un maggior interesse sono Europa e Sud America ma ultimamente la curiosità per questo sport sta crescendo in maniera esponenziale anche in Asia (soprattutto in Cina, India e nei paesi mediorientali ricchi di petrolio e di ingenti capitali) e in Africa, da decenni autentica fucina di talenti (Roger Milla, George Weah e Samuel Eto’o per citarne alcuni). Dovunque andiamo siamo circondati da ragazzini che giocano a pallone, adolescenti che si riuniscono in un prato verde per divertirsi o trascorrere un pomeriggio diverso con gli amici, abbandonando il computer o la Playstation, con un unico pensiero: quello di segnare e far vincere la propria squadra. Il calcio è una miscela di ingredienti semplici e genuini, è sempre lo stesso ovunque e in ogni luogo: un pallone di cuoio, due porte, ventidue ragazzi volenterosi  e un arbitro. This is football. 
Oggi questo sport fa parte del nostro mondo, della nostra esistenza. Che ci piaccia o no siamo circondati, per non dire accerchiati, dal calcio. Televisioni, giornali, internet. Tutti ne parlano. E’ un fenomeno mediatico senza precedenti. Ma il problema è un altro: dove nasce il calcio? Chi l’ha inventato? Chi è stato il primo ad esultare per un gol? Chi ha ideato le regole che, seppur con qualche modifica, vengono utilizzate ancora oggi? Scopriamolo insieme.
Siamo a Sheffield, agglomerato urbano situato nel cuore del South Yorkshire, una contea dell’Inghilterra. Il suo nome deriva dal fiume Shaf, il quale attraversa da sempre la città. E’ una città industriale, salita alla ribalta nella seconda metà dell’Ottocento grazie alla produzione dell’acciaio e al ruolo egemone svolto durante la Rivoluzione industriale. Oltre ad essere la città natale dell’estremo difensore Gordon Banks e degli Human League è anche la sede di quattro squadre inglesi: lo Sheffield United, lo Sheffield Wednesday, l’Hallam FC ed infine lo Sheffield FC, il club più antico del mondo. The World’s first Football Club. 
E’ qui che nasce il calcio, in questa modesta cittadina nel centro dell’Inghilterra. E’ il 24 Ottobre 1857. Il Regno d’Italia ancora non esiste, Napoleone è ormai un lontano ricordo e, mentre i neonati Stati Uniti d’America si apprestano a costruire uno stato forte e competitivo sulle ali del motto ‘e pluribus unum‘ (da molti uno), due giocatori di cricket, William Prest e Nathaniel Creswick, fondano lo Sheffield Football Club. E’ l’inizio di una storia che dura ancora oggi nonostante siano passati 156 primavere. Nello stesso anno fu creato lo ‘Sheffield Rules’, un libro dove vennero istituite le prime regole del gioco del calcio: calci d’angolo, rimesse laterali, rimesse dal fondo ma anche la durata dei tempi di gioco, i colpi di testa, l’offside e l’introduzione della traversa. Nel corso degli anni furono introdotte nuove regole destinate anch’esse ad arrivare fino ai giorni nostri come i tempi supplementari, l’obbligo di non usare le mani e ovviamente l’inserimento in campo di una figura che garantisse l’ordine e la correttezza reciproca: l’arbitro. 
Inizialmente, poiché non c’erano altre squadre con cui confrontarsi, le partite venivano giocate tra i giocatori della stessa squadra. Scapoli contro ammogliati, occupati contro disoccupati, perfino alti contro bassi finché nel 1860, sempre nella cittadina di Sheffield, venne fondata un’altra squadra, l’Hallam Football Club, contro la quale i granata disputarono la prima partita della storia del calcio (2-0 per i Maroons), al Sandygate Road (lo stadio più antico del mondo e di proprietà dell’Hallam). Tre anni dopo venne fondata la moderna Football Association, la prima federazione calcistica inglese ed europea. Nel 1865 lo Sheffield giocò il suo primo match in trasferta contro i rivali del Nottingham Forest.  Nel 1867 si disputò invece il primo torneo di calcio, la Younden Cup, vinto dall’Hallam FC. Verso la fine dell’Ottocento vennero fondate altre compagini come l’Aston Villa e il Notts County e i granata dello Sheffield, non potendo competere sia economicamente che tecnicamente con i giocatori e le finanze delle suddette società suggerirono alla Football Association la creazione di un torneo per le sole squadre dilettanti e fu cosi che nel 1893 venne creata la FA Amateur Cup. Ad oggi, esso risulta l’unico trofeo vinto dalla società, ottenuto nel 1904 grazie ad una vittoria sull’Ealing. Nel 2004 il club è stato insignito del FIFA Order of Merit, il più alto riconoscimento assegnato dalla FIFA. Soltanto il più blasonato e titolato Real Madrid può vantare un’onorificenza simile. Nel 2007 invece, in occasione della festa per il 150 anno di vita della società, il club, oltre ad aver giocato una gara amichevole contro la primavera dell’Inter (erano presenti sia Marco Materazzi che Mario Balotelli), ha visto la partecipazione straordinaria di Pelè, o rei do futebol, uno dei più grandi calciatori mai esistiti con oltre mille gol all’attivo.
Soldi, ingenti capitali, sponsorizzazioni, gratificazioni. Niente di tutto ciò fa parte dello stile di vita e della filosofia dello Sheffield FC. Il calcio moderno non ha ancora intaccato questa società, la più antica del mondo, che dal 1857 porta avanti valori importanti come la passione, la dedizione, il fine ultimo del gioco del calcio come puro divertimento. I soldi non fanno parte di questo mondo, così idilliaco, così anacronistico al giorno d’oggi, dove ormai i grandi sponsor sono i veri padroni del gioco, sempre più un’industria che uno sport. Oggi lo Sheffield milita nella Northern Premier League Division One South, l’ottava divisione del calcio inglese. Nel 2011 la società ha rischiato addirittura il fallimento tant’è che per evitare di scomparire ha dovuto mettere all’asta uno dei suoi beni più preziosi: il famoso ‘Football original rulebook‘, in poche parole lo ‘Sheffield Rules’ di cui parlavamo prima. 880.000 sterline sono bastate al presidente Richard Tims per evitare la bancarotta.
Qual è il segreto della longevità dello Sheffield? Concepire il calcio come un divertimento piuttosto che come un lavoro. Giocare con passione, con grinta. Impegnarsi per guadagnare un posto in squadra anche nelle semplici partitelle d’allenamento ed uscire dal campo sudati, esausti ma soddisfatti e consapevoli di aver impressionato il mister. Possiamo imparare molto dalla storia di questa società, nata prima di tutte le altre ma rimasta nell’ombra non tanto per incapacità finanziarie quanto per seguire i dogmi della filosofia calcistica da loro stessi fondata e portata avanti.

lunedì, maggio 20

Siena-Milan 1-2 : Rossoneri Allegri e fortunati: rimonta e Champions..ed ora TENIAMOCELO!!!

Siena-Milan 1-2 tabellino commenti pagelle
Il Milan vince a fatica contro il retrocesso Siena e agguanta nel finale i preliminari di Champions League. Al Franchi finisce 2 a 1 per i rossoneri. Una prima frazione a due facce quella andata in scena a Siena col Milan che è stato padrone del campo per la prima parte senza però riuscire a superare un grande Pegolo, poi si è svegliato il Siena che ha giocato bene ed ha messo in difficoltà i rossoneri che si sono inspiegabilmente contratti e deconcentrati, in modo clamoroso davvero sul gol di Terzi.
Ambrosini perde la testa e viene espulso nella ripresa. Poco dopo rosso anche per Terlizzi. La partita è viva. Balotelli, su rigore, e Mexes, nel finale, la ribaltano. Allegri tira un sospiro del sollievo, Galliani esulta in tribuna. Il Milan giocherà i playoff di Champions League. Ed ora teniamoci Allegri che ci ha fatto fare, nel girone di ritorno, 42 punti: uno meno della Juve e tre piu' del Napoli, senza mai polemizzare con un profilo bassissimo e tenendo U-N-I-T-O lo spogliatoio (cosa importantissima, se ai piu' potrebbe sfuggire) e ditemi voi se non e' da tenere un allenatore cosi'; io veramente non ho altre parole.....ma da una societa' che polemizza prima dell'ultima partita (creando cosi' destabilizzazione, incertezze e dubbi) sul NOSTRO allenatore e che solo lo scorso anno ha fatto saltare (sempre all'ultimo naturalmente..eeh!!) lo scambio: Pato-Tevez ci si puo' aspettare di tutto!!!


Potrebbe interessarti: http://www.milanotoday.it/sport/milan-preliminari-champions-league-2013-2014.html
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venerdì, maggio 3

Tutte le verità nel libro di Pirlo: l'addio al Milan, Galliani 'Mr Bic' e la sorpresa Conte, peccato che la verita' sia un altra!!!

Nel libro in uscita il prossimo 30 aprile, il centrocampista bresciano ripercorre la sua carriera a 360 gradi. Proprio il commiato dal club rossonero dopo dieci anni, Pirlo se lo aspettava diverso tanto da arrivare a definire Galliani il ‘Signor Bic’ proprio per quel regalo particolare. "’E mi raccomando, non usarla per firmare il nuovo contratto con la Juventus’. Almeno Adriano Galliani aveva azzeccato la battuta. Come regalo d’addio mi sarei aspettato qualcosina di più di quel tempo comico perfetto", racconta ancora Pirlo. E il neo juventino lo dice chiaramente: "Dieci anni di Milan andati così. Comunque, ho sorriso. Perché io so ridere, tanto e bene. ‘E grazie di tutto, Andrea’. (...) Mi stavano tirando giù dalla cornice, ma non a forza. La noia da Milan era il rischio che non volevo correre, ecco perché alla fine di quell’ultimo incontro ero dispiaciuto, ma il giusto. Come me, Galliani"....No 10 anni di Milan andati perche' signor PIRLO, non hai avuto l'umilta', la voglia e la passione di SAPERTI SACRIFICARE: NON per la TUA squadra, NON per il TUO presidente, NON per la TUA maglia, MA PER I TUOI TIFOSI!!!..SI caro signor Pirlo, sai quelli che ti hanno sempre sostenuto anche nei momenti difficili, quelli che si sono sparati km e km per starti vicino e quelli che ti hanno pagato la TUA vita, e si perche' caro mio sono i soliti 45mila coglioni che tutte le domeniche a S.Siro stavano al freddo appollaiati come polli al 2° o 3° anello per vederti giocare...e tu cosa fai??..IL BAMBOCCIO che si offende perche' il MIlan, quello stesso che ti ha fatto vincere 2 Coppe dei Campioni che alla JUVEMMERDA non vincerai MAI, non riusciva piu' a pagare il monte ingaggi troppo oneroso, dato da un calcio moderno che sta arrivando ai limiti dell'assurdo...Eeeeeeh no caro mio, NOI NON CI STIAMO, percui tieniti pure il tuo libro e che te lo comprino gli juventini che in soli 2 anni ti hanno eletto gia' a bandiera, ma bandiera di cosa poi??...Di un calcio che sa comprare anche chi non ha ne' cuore, ne' palle per rimanere nei MOMENTI DIFFICILI....Vedi GATTUSO, che non finiremo mai di amare e ringraziare per tutto, anche le umiliazioni date da una societa' (la nostra) spesse volte ingrata che gli ha fatto ingoiare....
............PER NOI!!!!

Informazioni personali

Milano, Insubria
Per l'identita' e la storia di uno dei clubs piu' antichi della Padania!!