Mario Balotelli attende la chiamata di Prandelli per i Mondiali di
giugno e anche suo fratello Enoch Barwuah potrebbe partecipare a una
Coppa del Mondo. Non però con la maglia dell'Italia, bensì con quella
della Padania. L'indiscrezione arriva dal 'Qn Giorno', secondo cui il fratello minore
di 'SuperMario', che milita nel Vallecamonica in Eccellenza, potrebbe
far parte della spedizione in Lapponia della plurivittoriosa Nazionale
padana: i biancoverdi, infatti, hanno già vinto tre edizioni della Coppa
del mondo VIVA, competizione aperta alle selezioni tesserate Conifa
(Confederation of Independent Football Associations).
GRUPPO ORGANIZZATO DI TIFOSI PADANI ROSSONERI -
L'APPUNTAMENTO E' A TUTTE LE GARE DEL MILAN AL MEAZZA IN CURVA NORD!!!
giovedì, marzo 27
lunedì, marzo 24
OT doverosissimo - Veneto Indipendente
Complimenti ai fratelli veneti che in un periodo complesso come quello che stiamo attraversando ora non hanno avuto alcun dubbio su quale fosse la strada: Indipendenza.
Con l'indipendenza dei nostri popoli padani si risolverebbero tutti i nostri problemi e troveremmo come sempre spazio e tempo per contribuire a risolvere anche quelli degli altri.
E' nostro auspicio che uno ad uno tutti i popoli padani trovino la loro Libertà, con le buone naturalmente, e che un giorno sì aggreghino in un progetto di nuovo stato moderno chiamato Padania.
sabato, marzo 15
Solidarietà con la Curva Sud Milano: ADESSO BASTA!!!
Vogliamo esprimere la più profonda solidarità su quello che da tempo sta diventando il NOSTRO AMATO Milan FootBall and Cricket Club 1899, per questo riportiamo qui sotto in calce le esatte parole di quello che è un dissapore comune nei confronti della dirigenza e di alcuni giocatori della NS rosa:
IL Direttivo Curva Sud Milano
A seguito dell’ennesima delusione derivante da questa travagliata stagione,
e dopo aver accennato una protesta già a dicembre, ora abbiamo deciso che la
pazienza è finita e abbiamo individuato quelli che, secondo il nostro parere di
tifosi innamorati, sono i punti cruciali che portano il nostro Milan a questa
pessima situazione.
Torniamo per un attimo all'estate
scorsa, e in particolar modo al momento della qualificazione alla fase a gironi
della Champions League. A pochi giorni dalla fine del mercato, esponevamo i
nostri dubbi e proponevamo alcuni "suggerimenti" alla Società sul da
farsi per rinforzare la squadra. Esponevamo in quella occasione uno striscione
in cui chiedevamo alla Società di intervenire sulla difesa e sul centrocampo e
di evitare l’acquisto, evidentemente inutile, di Matri.
La risposta del dott. Galliani ai microfoni delle TV era stata trasparente e
inequivocabile: non sono i tifosi a fare mercato e chi protesta è solo una
piccola minoranza. A oggi i fatti parlano chiaro, Matri
a gennaio è stato ceduto per la sua inutilità, e ancora più inutili movimenti
di mercato sono stati fatti (male) su difesa e centrocampo. La storia del Milan
è sempre stata costellata di grandi campioni e budget smisurati in termini di
mercato, e per certi personaggi era una pacchia portare a casa i
"fenomeni". Oggi invece la storia è cambiata e la ristrettezza
economica ha portato a un mercato fatto di pochi fondi... palesemente mal
gestiti. Ci chiediamo, per esempio, come sia stato possibile mandare via Ambrosini che, oltre a essere il capitano, era una voce
forte nello spogliatoio; e ancora di più ci chiediamo come sia stato possibile
svincolare Pirlo per non concedergli un triennale alle sue condizioni... a
fronte poi di un ingaggio oneroso come quello di Honda due anni dopo. Troppi
mezzi giocatori spacciati per campioni, troppi giocatori finiti che vengono
portati al Milan solo perché hanno un nome in grado di quietare la piazza. Oggi
i risultati di questa politica scellerata sono davanti agli occhi di tutti, il
Milan naviga a 37 punti dalla prima in classifica ed è fuori da tutto! Bene,
siccome qualcuno si è preso tempo fa la responsabilità di zittirci, si prenda
ora la responsabilità di questa disfatta e si faccia da parte. Forse che l’ondata
di novità portata dall’ingresso di Barbara Berlusconi al Milan ha fatto tremare
qualcuno? Qualcuno che invece di creare una rete di osservatori e un settore
giovanile all’altezza era impegnato a fare affari con i soliti procuratori che
ormai sembrano di casa in questa Società? La risposta a tutti i mali, dal 2007
a oggi, è sempre stata una: “Siamo il Club più titolato al mondo”. E dietro a
questa risposta si giustificavano insuccessi e cessioni eccellenti, si
costruivano squadre fatte di giocatori strapagati malgrado il dubbio valore, si
faceva beffa di chi per questi insuccessi soffriva davvero, i tifosi del Milan.
Veniamo ora alla squadra, composta da pochi seri professionisti, attorniati da
una schiera di strapagati inutili giocatori, che hanno come primo pensiero
quello di mettere foto da idioti sui social network e di prenotare un tavolo
per la bella serata in discoteca. Simili sterili personaggi, che si sentono
forse grandi campioni, ma che in campo poi dimostrano di valere poco o nulla, è
il caso che decidano di cambiare aria, e di lasciare con un minimo di dignità
questa squadra. I rimproveri evidentemente non sono serviti e l’ambiente è
ormai saturo. Siamo stufi delle prese per il culo di ragazzini viziati e pseudo
campioni. Prendessero esempio da veri professionisti come Montolivo,
Bonera, Abbiati, Kakà, Abate, De Sciglio, De Jong, Poli, Pazzini, per citarne
alcuni. Auspichiamo che il nuovo Mister Seedorf
prenda seri provvedimenti contro questi elementi che non hanno più alcuna
giustificazione. Aspettiamo tutto il popolo rossonero davanti all’entrata dei
Box domenica prima di Milan-Parma per esprimere tutti
insieme il nostro dissenso. Sono anni che sentiamo lamentele, ora anche voi
dimostrate di amare davvero questa squadra e affiancateci in questa giornata di
protesta!IL Direttivo Curva Sud Milano
mercoledì, marzo 5
OFF TOPIC: Bretagna Libera, No ad un accordo con Marie Le Pen sull'immigrazione!!
Situata nella regione dell’antica Armorica, resa famosa anche da un celebre fumetto incentrato sulle avventure degli abitanti di un villaggio resistente sempre e comunque all’oppressione straniera,
la Bretagna ha una lunga storia che va ben al di là della parodia o di
qualsiasi rivendicazione pseudostorica politicante basata su ampolle ed
elmetti incornati. I bretoni sono discendenti da popolazioni celtiche stanziatisi nel nord-ovest dell’odierna Francia; come popolo detengono lo status riconosciuto a livello internazionale, nella lista UNHCR,
di minoranza etnica con una propria separata autoctona identità, la
quale si collega per storie e tradizioni a quelle di altre nazioni
celtiche (irlandese, gallese e scozzese in particolare) d’Oltremanica. Formalmente tale popolo non cerca alcuna forma di indipendenza politica da Parigi
(la quale ovviamente reputa la Bretagna parte del territorio della
Repubblica francese) ma solo una riunificazione dei territori bretoni
oggi divisi a livello amministrativo (l’attuale regione amministrativa
della Bretagna contiene solo quattro delle cinque province
dipartimentali storiche, per un totale parziale di 3 milioni di
abitanti, un milione di bretoni si trova invece nella provincia di
Loire-Atlantique, assieme alla città di Nantes, un tempo capitale della
Bretagna, divenuta in seguito parte della regione Pays de la Loire). A fianco delle richieste politiche autonomiste si è nel tempo
sviluppato un proprio nazionalismo di carattere culturale e linguistico
legato alla difesa del bretone e del gallico quali lingue identitarie. La riscoperta del bretone avvenne dopo le rivolte studentesche di Parigi nel 1968,
tale lingua venne vista come un emblema di libertà e di contestazione
all’autorità politica francese dell’epoca, favorendo una vera e propria
“moda bretone” sia nella regione che a livello internazionale,
con un boom economico locale ruotante attorno alla musica, alla danza,
ai libri, alla lingua (con dizionari e corsi per adulti) e al turismo. Nonostante ciò, il presidente gaullista francese Georges Pompidou dichiarò: «in una repubblica francese confrontata al mondo, non c’è posto per la lingua bretone». L’organizzazione indipendente scolastica Diwan, fondata nel 1977, ha comunque avviato l’insegnamento del bretone dal livello di istruzione della scuola materna. Sotto la presidenza di Valery Giscard d’Estaing venne offerto alla
Bretagna il privilegio di comporre una rappresentazione culturale nel
seno del Consiglio culturale bretone e dell’Istituto culturale bretone.
Nel 1981 il governo francese ha approvato la creazione di un corso di
laurea in bretone presso l’Université de Haute Bretagne, e nel 1985
di un certificato di formazione degli insegnanti (CAPES) per tale
lingua. Nel 1999 è stato istituito in Bretagna l’ufficio Langue de la
Bretonne / Ofis ar Brezhoneg, per promuovere l’uso della lingua e per
fornire nuove parole e condurre una ricerca sugli sviluppi moderni di
tale idioma. A partire dal 1960 vi fu anche la ripresa del nazionalismo politico bretone, il separatista Front de Libération de la Bretagne (FLB) fu istituito
nel 1963 assieme a vari altri gruppi promuovendo anche azioni violente
per la secessione dalla Francia e il ripristino del Ducato. Dal 1960 al
2000 più di 200 atti violenti sono da attribuirsi principalmente all’Armée Révolutionnaire Bretonne (ARB),
una organizzazione terroristica fuorilegge in parte formata da ex
attivisti FLB. Tali attività terroristiche in genere non indirizzate a
colpire persone sono state registrate sino a pochi anni fa, provocando
comunque anche alcuni morti: due attivisti ARB sono morti mentre
preparavano un ordigno, una cameriera è morta a causa di un attacco a un
fast food nel 2000 (6 degli 11 imputati sono stati condannati a pene
detentive nel 2004: 4 di loro sono stati considerati come terroristi, e
2 erano collegati ad un’altra organizzazione separatista ed
anti-capitalista, Emgann, fondata nel 1982). La storia dei bretoni è quella di un popolo e di un
territorio che in passato hanno perso la loro indipendenza, libertà e
dignità venendo umiliati nel processo d’integrazione voluto
dalle autorità politiche centrali francesi, non solo durante l’Ancient
regime ma sopratutto a seguito dell’instaurazione delle varie
repubbliche di Francia (fondate sul tricolore e sul retorico quanto
ambiguo richiamo alla “fraternità, libertà ed uguaglianza”). Percui diciamo NO ad un accordo con Marie LePen, leader del Front Nacional Francaise, che considera tutti gli autonomisti (quindi non solo i Bretoni, ma anche i Baschi ed i Catalani francesi) come feccia da schiacciare ed integrare nel piu' grande progetto di Francia Unita!!!
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Informazioni personali
- diavolipadani
- Milano, Insubria
- Per l'identita' e la storia di uno dei clubs piu' antichi della Padania!!